Dei beni ai quali non ? mai venuto in mente a un uomo di aspirare, egli non sente la mancanza.
La musica ? un quietivo della volont?; non lo redime per sempre dalla vita, ma solo per brevi istanti, e non ? ancor una via a uscir dalla vita, ma solo a volte un conforto nella vita stessa.
Il giudizio universale ? il mondo stesso.
La gloria la si deve acquistare, l'onore invece basta non perderlo.
La ricchezza assomiglia all?acqua di mare: quanto pi? se ne beve, tanto pi? si ha sete.
La solitudine ? la sorte degli spiriti grandi.
Un uomo che ama senza speranza
la sua bella crudele
pu? paragonarla epigrammaticamente
allo specchio concavo,
poich? quest'ultimo,
come la donna amata,
brilla, incendia e consuma, rimanendo esso stess...
Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Se percepiamo pi? facilmente l'idea nell'opera d'arte che nella contemplazione diretta della natura e della realt?, ci? si deve al fatto che l'artista, il quale non si fissa che nell'idea e non volge ...
Solo il cambiamento ? eterno, perpetuo, immortale.
Quello che abbiamo pu? non farci felici ma quello che ci manca ci fa sicuramente infelici.
? la cattiveria il collante che tiene insieme gli uomini. Chi non ne ha abbastanza si distacca.
L'arte si deve necessariamente considerare come il grado pi? alto, come l'evoluzione pi? perfetta di quanto esiste; ci offre infatti essenzialmente la stessa cosa che il mondo visibile; ma pi? concent...
L'assurdo fa molto facilmente fortuna nel mondo.
Chiunque noi siamo, e qualunque cosa possediamo il dolore ch'? essenza della vita non si lascia rimuovere.
Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v'? qualcosa che ? solo suo, e che va perduto per sempre.
Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri.
La morte di Socrate e la crocifissione di Cristo fanno parte dei grandi tratti caratteristici dell'umanit?.
Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico ? ristretto.
La vita umana ? come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di pi? illusori, di piacere e gioia.
Ci? che rende socievoli gli uomini ? la loro incapacit? di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.
Il perpetuarsi dell'esistenza dell'uomo non ? che una prova della sua lussuria.
La speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo rispettivamente ci? che desideriamo e ci? che temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.
La gente comune pensa soltanto a passare il tempo, chi ha ingegno a renderlo utile.
Si pu? essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.