Ogni forma di pensiero ? senz'altro arte.
Per quanto riguarda la deduzione degli effetti dalle cause si presenta spesso una difficolt? insormontabile: non si conoscono affatto le vere cause.
I pi? grandi uomini di tutti i popoli famosi nella guerra appartengono sempre e soltanto ad epoche di un'alta civilt?.
Mentre la nostra ragione si sente spinta alla chiarezza e alla precisione, lo spirito ? spesso attratto dal vago.
Un animo forte ? quello che anche nelle pi? forti emozioni non perde il proprio equilibrio interno.
La guerra non ? nulla pi? che un proseguimento della politica con altri mezzi.
Lo stesso fine politico pu? produrre effetti totalmente diversi su popoli diversi e, anche sullo stesso popolo, in epoche diverse.
La timidezza naturale degli esseri umani, che vede soltanto un lato d'ogni cosa, li fa, con la prima impressione, propendere verso il timore e l'esagerata cautela.
L'assoluto, la cosiddetta certezza matematica, non trova in nessun luogo una base solida nel calcolo della guerra.
Non si pu? biasimare un metodo se non se ne sa indicare un altro migliore.
Poich? il talento e il genio agiscono all'infuori delle leggi la teoria, si trasformano nell'antitesi della realt?.
Spesso è assai difficile dire, nel caso concreto, dove termini la forza di carattere e cominci la testardaggine.
Poiché il talento e il genio agiscono all'infuori delle leggi la teoria, si trasformano nell'antitesi della realtà.
L'arte della guerra, considerata dal suo punto di vista più elevato, si cambia in politica.
Il fine politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l'attività bellica, quanto per gli sforzi necessari.
I più grandi uomini di tutti i popoli famosi nella guerra appartengono sempre e soltanto ad epoche di un'alta civiltà.