Non pu? essere che una timida ignoranza, o una interessata adulazione, che qualifichi per eroe un conquistatore, il quale sacrifichi all'ambizion propria i pi? rispettabili diritti dell'umanit?.
Il piacere non tanto nasce dalla natura delle cose, quanto dal bisogno che abbiamo delle medesime.
Non ? tanto nostro amico chi compiange le nostre disgrazie, quando chi non invidia le nostre fortune.
Siccome l'ignoranza ? la comune sorgente dei nostri errori, cos? ella ? il pi? formidabile nemico che si opponga alla nostra felicit?.
Il modo di istruirsi nell'arte di comandare ? prima d'apprender bene quella di ubbidire.
Un uomo che non sia sensibile alla lode non sar? nemmen sensibile al biasimo.
Vi ? un contratto tacito od espresso da chi comanda e chi ubbidisce, dal quale non ? lecito discostarsi senza nota per una parte di tirannia, e per l'altra di ribellione.
Per quanto grandi sieno i vantaggi che d? la natura, essi soli non produrranno mai i grandi eroi.
L'oggetto dell'educazione e di rendere il corpo pi? agile e pi? robusto, lo spirito pi? illuminato, e il cuore pi? virtuoso.
Non ? proprio che delle grandi passioni di fecondar l'animo e l'intelletto, e di spinger l'uomo col solletico della gloria alle imprese grandi ed eroiche.
Chi sa occuparsi a un ripiego sicuro contro la noia, quel sentimento molesto che ci avvilisce ai nostri occhi, e che avvelena il piacer della vita.
Un'opinione che si abbia adottata fin dall'infanzia, e che un'indolenza di molti anni ce l'abbia resa familiare, perlopi? ? quella che ha nelle nostre deliberazioni la preferenza.
Io provo molta superstizione, ma insieme molto politica, nell'apoteosi degli antichi accordavano ai loro eroi.
Nulla fa di buono che non abbia un eccesso vizioso, persino la morte la gloria, se cangiasi in delirio.
Alcuna volta d'esser sincero e verace procede da una finta malizia per conciliarsi la confidenza altrui.
Una verit? di riflesso non avr? mai tanta forza sul cuore umano come una verit? di sentimento.
Educare bene una nazione non importa niente meno, e gettare i veri fondamenti della sua grandezza, e della sua gloria.
I vizi dell'umanit? non sono meno nell'ordine delle cose che i fulmini e le tempeste.
Governar con saviezza, protegger la religione, far regnare la giustizia, incoraggire le scienze e le arti, procurava la pace e l'abbondanza, ecco l'idea d'un eroe, d'un principe degno di comandare sul...
I beni e i mali della vita umana riescono grandi e piccoli secondo che piace alla nostra fantasia di rappresentargli.
Quelle eroiche virt?, che tanto segnalarono gli antichi greci e romani, non erano che un frutto di quelle massime colle quali venivamo educati.
Il temperamento e l'umore hanno pi? parte e non si crede nella vivacit? e nella durata della passione.
Ordinariamente gli uomini riescono tali per tutto il corso della vita, quali vengono da principio eventualmente educati.
L'uomo ozioso ? un'infelice, cui aggrava il peso della propria esistenza, e che non avendo in che distrarsi, sente al vivo i pi? piccoli mali che l'accompagnano.
Si ? fabbricata l'homo sociale una s? gran folla di fattizi bisogni, e da Isa in tante parti la sua sensibilit?, che deve essere sempre infelice se egli non ? sempre occupato.