O tu, fatale emblema della nostra ventura!
Saluto di demenza e libagione oscura,
Certo non alla magica speranza del passaggio
Alzo la coppa in cui soffre un mostro dorato!
La tua apparizione ormai pi...
Occhi, laghi alla sola mia ebbrezza di rinascere
Altro dall'istrione che col gesto ridesta
Come piuma di lampade ignobili la cenere,
Ho bucato nel muro di tela una finestra.
Nuotando traditore con ga...
Dalle valanghe d'oro del vecchio azzurro, il giorno
Primevo e dalla neve immortale degli astri,
Un tempo i grandi calici tu ritagliasti intorno,
Per la terra ancor giovane, vergine di disastri,
Il gl...
Il sole, o lottatrice sulla sabbia assopita,
Nell'oro dei capelli un bagno languoroso
Ti scalda e ardendo incenso sulla gota nemica
Mescola con i pianti un incanto amoroso.
Quest'immobile calma e ...
Stanco dell'ozio amaro in cui la mia pigrizia
Offende quella gloria per cui fuggii l'infanzia
Dolcissima dei boschi di rose nell'azzurro
Naturale, e pi? ancora stanco del patto duro
Di scavare veglian...
La carne ? triste, ahim?, e ho letto tutti i libri.
Il mondo ? fatto per finire in un bel libro.
Non vengo questa sera per il tuo corpo, o bestia
Che i peccati d'un popolo accogli, n? a scavare
Nei tuoi capelli impuri una triste tempesta
Sotto il tedio incurabile che versa il mio baciare:
Chiedo ...
Intristiva la luna. Serafini in lacrime
sognando, l'archetto alzato nella calma
dei fiori vaporosi,
rapivano da morbide viole bianchi
singhiozzi, in un glissando sull'azzurro
delle corolle. - Ed ...
A volte e senza che tale soffio la muova
Tutta la vetust? quasi color d'incenso
Come di s? furtiva e visibile io sento
Che la pietra si spoglia piega su piega sola
Fluttua o sembra per s? non reca...
Stanco del triste ospizio e del fetore oscuro
Che sale tra il biancore banale delle tende
Verso il gran crocifisso tediato al nudo muro,
Sornione un vecchio dorso vi raddrizza il morente:
Trascina il...
Prendi questa borsa, Mendicante!
Tu non l'hai carezzata
vecchio poppante a una mammella avara
per distillarne soldo a soldo il tuo
rintocco funebre.
Ma cava dall'amato
metallo qualche estroso
peccato...
L'esangue primavera gi? tristemente esilia
L'inverno, tempo lucido, tempo d'arte serena,
E in me, dove un oscuro sangue colma ogni vena,
L'impotenza si stira ed a lungo sbadiglia.
Crepuscoli s'imbianc...
Principessa! A invidiare d'un'Ebe la ventura
Che ai labbri e al vostro bacio spunta sulla tazzina,
Consumo gli occhi, ma la discreta figura
Mia d'abate neppure starebbe sul piattino.
Poi ch'io non so...
Del sempiterno azzurro la serena ironia
Pers?guita, indolente e bella come i fiori,
Il poeta impotente di genio e di follia
Attraverso un deserto sterile di Dolori.
Fuggendo, gli occhi chiusi, io lo ...
Nulla, una schiuma, vergine verso
solo a indicare la coppa;
cos? al largo si tuffa una frotta
di sirene, taluna riversa.
Noi navighiamo, o miei diversi
amici, io di gi? sulla poppa
voi sulla prora fas...
Ti reco questo figlio d'una notte idumea!
Nera, spiumata, pallido sangue all'ala febea,
Pel vetro che d'aromi fiammeggianti si dora,
Per le finestre, ahim? ghiacciate e fosche ancora,
L'aurora si gett...
Mi figuro, per un inestirpabile pregiudizio di scrittore, che nulla resterà non detto.
Il mondo è fatto per finire in un bel libro.
La carne è triste, ahimé, e ho letto tutti i libri.
Ognuno dovrebbe sempre mantenere tra sé e il mondo uno strato sottile di fumo.
Non si scrive un poema con le idee, ma con le parole.