Osai scrivere ipotesi sui crinali delle parole poste a penzoloni sui dubbi. Scelsi la riva. La sabbia umida che seppe subito della brezza e sul mattino timido appoggiai l'azzardo di un palmo che cerca la gota. Sui fondali si inasprì l'indecisione e l'eco delle conchiglie mi raccontò della vastità. Il sibilo. Il tuono. Il cuore. Sommessi tonfi e cerchi concentrici, ché dove fu più acqua, allora, divenne inaspettatamente epidermide. Un volo in diffusione lenta. Il cielo che mutò in terra. E di questo il mare ne sa qualcosa. Scrissi. Fu un vociare indistinto sin dalle prime righe; optai per le onde, alzando gli angoli dei fogli sul gioco del vento. L'ostracismo del pensiero.
Mariella Buscemi
Io credo che una cicatrice dell'anima sia la firma di un patto tra il dolore e la sopravvivenza.
Ho compreso l'inconoscibile più che mai e professato l'indicibile con la tua mano sulla bocca, pronta a stracciarmi le parole inaudite, ché le verità van taciute: saperle e non di...
E la tormenta del passato segue il suo diritto all'oblio. Siamo pionieri nuovi a tenersi per mano per domare la risacca.