La Poesia mi intercala in un inferno solo mio, da cui un eco mi chiama afferrandomi alla gola, ed io non so resistergli, una calamita che m'incolla, la mia eucarestia, il mio sincero Pane. Dannato per il troppo desiderio di scoprire i segreti che solo io so scovare. Donare a gli altri senza remore, con devozione, appassionatamente, febbrilmente. Seduttore di sintesi poetiche, bramo il rimescolar di note rimate, consumate, affusolate, mentre attendo a mani aperte la neve cadere giù. Erpici che scavano, martellandomi la mente, mi distruggono la linfa e resto dissanguato, ma le poesie vivono. La scrittura poetica è una lucente bellezza che sconfigge l'oscurità, riscattando il buio, squarciando la morte che non copre mai nessuna rima. Impasta il sole al sale creando un mare di sapori e di saperi, cambia i venti Priva di ipocrisia, è come il fiore del deserto che profuma la valle pur non essendoci nessuno ad odorare il suo immenso aroma. Umile, come il mare, che pur sapendo di essere il padrone del tempo e dello spazio, dona la sua maestosità e il suo infrangersi incessante a tutti. Fa pensare e fa penare, brucia le parole insensate, che gli uomini, a fiumi versano senza pesare. È un canto che in ogni luogo ed ora recita il rosario della vita. Senza una ragione, la poesia aggroviglia la materia, provocando burrasche di sentimenti; come il gracidare delle rane che per amore si sgolano notti intere. Lo stillare d'una pioggia che batte e leviga i cuori in tempesta, addolcisce le ferite, scavate lungo gli argini del tempo. Cosa sarebbe il mondo intero senza una leggera piuma di poesia? Sterile Madre Terra offende l'uomo che triste s'incammina su selciati senza sogni, giunge una poesia e tutto si colora. Voglio andare là, a riempire il vuoto lasciato dalla mancanza di poesia, frantumando i tanti solitari vagabondi, e portare il canto dove non c'è parola vera.
Mariana Nechita
Non servono gli occhi per scrivere poesie, è il cuore che indica alla penna cosa comporre.
Se chiudo gli occhi la lanterna muore, me ne starò allora tra le corde di un'altalena come un bambino a sognare.
Inutile seminare laddove c'è terreno incolto; quando la mano dell'uomo non interviene, tutto è vano.