Le potevo vedere, nella luce del lampione che formava una chiazza di luce sul marciapiede di cemento proprio l� dove le due donne stavano in piedi, e le potevo sentire anche, nascosto dentro l'androne della vecchia casa che una volta doveva essere stata una casa signorile ed ora, divisa in appartamenti, sembrava divorata dalle locuste: vedevo e sentivo, senza esser visto, era una gran sensazione, quasi che in me scorresse un potere magico che mi faceva trasparente, invisibile eppur presente, ma chi ero io, d'altro canto? Nessuno, non ero niente e il niente che ero si rallegrava di questo nulla: bisogna esser qualcuno per esser consapevoli di non esser nessuno, infine. (da "Le farfalle")
Daniela Manzini Kuschnig
Solo frammenti:
una scheggia di legno
sotto la pelle del palmo della mano
una briciola di pane
sotto il piede scricchiola
il petalo di un fiore
sul tavolo inaridisce
un tasto d'avorio
pallido come il ...
L'eco dell'ieri
il sospiro rivive,
lontano dal cuore
per i muri
rincorre
l'ombra della
mano ragno veloce
si snoda
fra ombre tigrate di
dita che
oggetti fragili
umidi
di fredda placenta
lacerata, cerca...
Parlano le cose nella solitudine della notte, ci si pu� rispecchiare nell'essenza della loro materia, hanno un'anima, fanno compagnia, irradiano luce, sono benevole e prolifiche di pensieri: se c'� st...