Ricordo la prima volta che vidi la luna nel suo splendore, la luna vista da un prato, una canadese, un'arancia e uno spinello, nelle vene il senso dell'immortalit�, la voglia di fuggire (da cosa non si sapeva) il candore dell'anima fiduciosa del prossimo. C'era un mondo da scoprire, decine di donne da far sorridere, da ammiccare con voluttuosi sguardi, femmine da amare, da sorseggiare come nettare, incondizionatamente. Amici per il quale provavi sentimenti assoluti, avresti dato la vita e loro l'avrebbero persa gettendosi nel fuoco, c'erano guerre da combattere dove noi si era sicuramente nel "giusto", spazi da conquistare, nulla si chiedeva, tutto si otteneva... Sono passati 9 lustri, la luna � sempre splendida anche se contemplata da queste vecchie imposte d'acero dipinte di "verde inglese", io, sono mutato, il sangue nelle vene scorre lento e nulla fa palpitare questo cuore. Non c'era niente da conquistare, nessuno avrebbe dato molto, ma molto meno della sua vita e nessuno conosceva l'amore inscindibile e complice.
Giuseppe Catalfamo
Opinabile, cruento e verosimilmente sadico, ma poter sapere il tempo che mi separa dall'esalare l'ultimo respiro sarebbe confortante. Finalmente avrei un futuro da pianificare.
"Nessuna notizia" non � brutta notizia.
La Turchia � nella Comunit� Europea... bene. Nessun problema quindi se inserisco i canarini nei rapaci e i delfini fra i rettili...