Umberto Saba: Tu così avventuroso nel mio mito, così povero se
Tu cos� avventuroso nel mio mito,
cos� povero sei fra le tue sponde.
Non hai, ch'io veda, margine fiorito.
Dove ristagni scopri cose immonde.
Pur, se ti guardo, il cor d'ansia mi stringi,
o torrentello.
Tutto il tuo corso � quello
del mio pensiero, che tu risospingi
alle origini, a tutto il fronte e il bello
che in te ammiravo; e se ripenso i grossi
fiumi, l'incontro con l'avverso mare,
quest'acqua onde tu appena i piedi arrossi
nudi a una lavandaia,
la pi� pericolosa e la pi� gaia,
con isole e cascate, ancor m'appare;
e il poggio da cui scendi � una montagna.
Sulla tua sponda lastricata l'erba
cresceva, e cresce nel ricordo sempre;
sempre � d'intorno a te sabato sera;
sempre ad un bimbo la sua madre austera
rammenta che quest'acqua � fuggitiva,
che non ritrova pi� la sua sorgente,
n� la sua riva; sempre l'ancor bella
donna si attrista, e cerca la sua mano
il fanciulletto, che ascolt� uno strano
confronto tra la vita nostra e quella
della corrente.
Umberto Saba
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Non volano gli uccelli, né quei vaghi
gli fanno accanto il nido, altro non odi
che il silenzio, non vedi altro che l'aria.
Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettor...
Malinconia
la vita mia
struggi terribilmente;
e non v'è al mondo, non c'è al mondo niente
che mi divaghi.
Niente, o una sola
casa. Figliola,
quella per me saresti.
S'apre una porta; in tue succinte v...