Penetrante ed, in fondo, anche consumante
trasforma le mie pareti in briciole senza soglia
nei vicoli senza nome e senza piante
nulla traspare della deleteria voglia
Tutto mi tace attorno e tutto grida
un misto di risate e di motori,
tutto � confuso da silenti strida
e dal ricordo dei miei primi albori:
nei seni abbandonati al tuo tormento
� inciso il segno della mia tortura
presto verr� assaporato al vento
e fine avran la mia e la tua paura.
Presto si spera, e intanto si consuma
l'umile schianto che creasti un giorno
neanche lass�, vicino a Montezuma,
sanno di noi e del nostro ritorno.
E un giorno che non ci � lontano
gli echi dei cari e dei sudati ardori
nel ventre tuo e nel segreto arcano
ci ridaranno i nostri antichi amori.
Ora intrisi, abbandonati e seri
vestiamo i tempi che ci hanno regalato
nemmeno un segno dei nostri desideri
neanche un ricordo di ci� che abbiamo amato.
Piccole corde fatte di saggezza
hanno legato il tuo destino al mio
c'� un fuoco che le unisce e un sale che le spezza
la luce intorno... e il buio dell'oblio:
brevi momenti rimasti per pensare
quando eravamo un'unica persona
nei lunghi giorni futuri a ricordare
come si lascia e come si perdona.
T'ho chiesto tanto e senza dir parola
e l'unica risposta che si assona
� addio mio vento ed ora sono sola:
lasciatemi fiorire in calda e verde zona
nel turbine nascosta, ove non parlo,
senza sentori e senza melodia
che esprima un desiderio antico di abbracciarlo
dove la mia canzone non sar� pi� mia.
Gabriella Brancaleone
Uomini senza pelle, addormentati dal sole marino,
ricoprono di rena i castelli di sabbia che non ho potuto fare.
Libri incartati, a forma di cibo, si fanno quasi nocivi,
prima di esserti di nutrimento...
Passato un dolore ne inizia un altro.
La strada che da te m'ha separata
� lunga e torta e nessuno l'ha spianata:
Ricordo che � iniziato in una sera:
sul bivio c'era scritto "vai di qua"
ma i fiori e l'aria a primavera
chiamavan...