La Bianchina era una mucca alla quale molti si erano affezionati: quelli di casa Poldre, parenti e conoscenti. Era capitata per caso in casa Poldre, appena nata, quando uno di quel di Timpat� disse che non voleva avere altre mucche in casa, dovendo modernizzarsi. Fu cos� che accanto alla casa dei Poldre fu costruita una stalla comunicante, n� tanto piccola n� tanto grande, dove la Bianchina cominci� a crescere. Quando fu in grado di saltellare, le facevano passare le giornate nei prati vicini: ed era una festa per la Bianchina e per chi l'accompagnava. Qui la bestia brucava l'erba, respirava l'aria pura, guardava il sole, a volte si fermava ammirata davanti ad un fiore. Il compito di accompagnarla e seguirne il suono della campanella l'avevano spesso le due ragazze Poldre, Antonia e Sara.
Esse avevano imparato a guidarla, a comunicare con lei, a farsi ascoltare, a premiarla o castigarla secondo i casi; ma i castighi erano solitamente delle punizioni simboliche, come farle allungare il percorso o darle da tenere in bocca un mazzo di fiori: sicch� una volta il vecchio Poldre volle fare una fotografia alla Bianchina quando la vide arrivare coi fiori in bocca.
Passata l'infanzia, le tocc� lavorare,...[segue »]
Carmelo Ciccia