Nella magica penombra omerica
oltre la guglia rossa di santuario
io nullo lei scafo regale
di fretta verso la luce viola verso l'esile musica K'in della mezzana.
Lei mi � davanti nel padiglione illuminato
a reggere le schegge di giada
lo sfregiato segnacolo della calma dei puri
gli occhi gli occhi neri finch� l'oriente plagale
non risolver� la lunga frase della notte.
Poi, come un rotolo, piegata,
e la gloria della sua dissoluzione ingrandita
in me, Abac�c, feccia dei peccatori.
Schopenhauer � morto, la mezzana
mette da parte il suo liuto.
Samuel Beckett
Tre volte venne
l'uomo delle pompe funebri
impassibile dietro la bombetta squamosa
a misurare
non lo pagano per misurare?
Questo incorruttibile nell'ingresso
questo malebranca guazzante nei gigli
Mala...
Asilo sotto il mio passo tutto il giorno
i loro festini smorzati mentre la carne cade
erompendo senza paura n� vento favorevole
le guantilope del senso e del nonsenso corrono
prese dai vermi per quel ...
Questo � ci� che potrebbe essere l'inferno: una piccola chiacchierata al mormorio del Lethe riguardo ai bei tempi andati, quando preferivamo essere morti.