I miei incantesimi sono infranti.
La penna mi cade, impotente, dalla mano tremante.
Se il mio libro � il tuo caro nome, per quanto mi preghi,
non posso pi� scrivere. Non posso pensare, n� parlare,
ahim� non posso sentire pi� nulla,
poich� non � nemmeno un'emozione,
questo immobile arrestarsi sulla dorata
soglia del cancello spalancato dei sogni,
fissando in estasi lo splendido scorcio,
e fremendo nel vedere, a destra
e a sinistra, e per tutto il viale,
fra purpurei vapori, lontano
dove termina il panorama nient'altro che Te.
Edgar Allan Poe
Romanza, che ami annuire e cantare
col capo assonnato e le ali ripiegate,
tra verdi fronde, quali agita
nel suo fondo un ombroso lago,
fu per me un variopinto pappagallo
- oh, a me familiare uccello -...
O mia amata, fra i dolenti affanni
cos� folti sul mio terrestre sentiero -
triste, ahim�! - dove mai non cresce
un fiore, mai alcuna rosa solitaria -
trova sollievi almeno l'anima mia
in molti sogni d...
Come regola generale, nessuno scrittore dovrebbe far figurare il suo ritratto nelle sue opere. Quando i lettori hanno gettato un'occhiata alla fisionomia dell'autore, di rado riescono a mantenersi ser...