Ecco si avvicina a ponente
misterioso nel suo alto guardarmi
si confonde a un odore insistente
del suo corpo che non pu� pi� bearmi;
si avvicina col pensiero scabroso
torturato e guarito negli anni:
lui non parla e nel tempo a ritroso
sa cercar chi len� i suoi malanni.
Non lo vedo... e pensar che di lui io conosco,
ogni piaga, ogni pelo, ogni piccolo asserto,
tra me, la sua spiaggia e il mio frigido bosco,
v'� la stessa distanza che tra un fiume e un deserto.
Si avvicina, mentre paco i miei ardori
ma non riesco a vedere il suo volto
io non sento i suoi freddi rumori
non intendo il suo vento che ascolto.
Ho cercato guardando lontano
che il suo stampo apparisse improvviso
ho scrutato tra il monte e tra il piano
e ho riempito di pena il mio viso
... ma un giorno confusa da un sentore di addio
ho provato a cercarlo con l'idea di chi sbaglia
come stessi aspettando il ritorno di un Dio
impietrita e frustrata per un sole che abbaglia...
... quel giorno ero molto vicina al suo intento
quel giorno sudato io ho disfatto il mistero
neanche un filo di luce, sospinto dal vento,
mi strappava oramai da ci� ch'era vero.
Solchi, strazi, passioni e poeti
non bastavano a farmi tornare:
non avrei mai raggiunto le sue storte pareti
non avrei mai vagato nel suo gelido mare...
... inversione di rotta si ritorna ad oriente...
... tutti in plancia la nave si avvia,
incontrarlo per caso? No, non credo pi� a niente
ci� che resta di lui � soltanto follia
solo stralci di rotte sbagliate e sviate
che una zattera sola non pu� certo seguire,
luci accese ai confini di zone minate
e ritorni arrangiati senza farsi sentire:
io riposo felice a levante,
con radici impastate di terra orientale,
la certezza � un assioma importante
che coltiva il mio bene e divelge il mio male.
Non posso toccare chiunque mi chieda una data:
pi� mi attracca, pi� lontano poi deve salpare
e purtroppo la nostra distanza � gi� stata fissata
mentre l'onde consumano il tempo e mantengono il mare.
Gabriella Brancaleone
Uomini senza pelle, addormentati dal sole marino,
ricoprono di rena i castelli di sabbia che non ho potuto fare.
Libri incartati, a forma di cibo, si fanno quasi nocivi,
prima di esserti di nutrimento...
Passato un dolore ne inizia un altro.
La strada che da te m'ha separata
� lunga e torta e nessuno l'ha spianata:
Ricordo che � iniziato in una sera:
sul bivio c'era scritto "vai di qua"
ma i fiori e l'aria a primavera
chiamavan...