Prologo
"... Chi � costui che s� superbo e contento cosi tanto di s� stesso passa su quel lontano, minuscolo pianeta detto terra? " chiese uno degli d�i infastidito dalla semplicit� del sorriso dell'uomo e dalla mancanza della pesantezza dei suoi pensieri. "� il figlio del suo tempo e della sua fortuna, nessuno lo ha mai toccato fino ad oggi... Egli si vanta di avere compreso", gli venne la risposta. "Ah, si? Pensieroso mormor� il Dio..., allora vediamo di mettere la sua comprensione alla prova e vedremo allora se pietra su pietra vi rimarr� ancora dei suoi superbi, magnifici castelli! " E il Dio gli mand� addosso in sequenza quasi fulminante tutte le disgrazie del mondo ed ergo l'angoscia, l'ansia, i dubbi, i rimorsi, la malattia, la confusione, la sofferenza in genere e la solitudine e per finire in bellezza, un bel po' d'indifferenza da parte dei suoi simili..., umani.
Labirinto I
L'uomo superbo e contento s� tanto di se stesso si senti scuotere dalle sue pi� profonde fondamenta... Sradicato. Strapazzato. Stravolto e straripato, una infima insignificante caccola di un'errante formichetta calpestata da un immenso elefante...
E come per rispetto di un antica venerabile tradizione, vennero anche da lui i suoi amici....[segue »]
Constantin Hadarag