Siamo composti con brani di morti
uguali a citt�
rifatte da macerie di secoli.
Allora al comune bivacco eravamo
tutti disperati e volevamo
morire per sentirci pi� vivi.
Non questo certo era l'augurio!
La nuova parola � stata uccisa
Dal piombo sulle bocche squarciate.
Una mediazione invocavano morendo
tra l'avvenimento grande e la sorte di ognuno,
l'avvento attendevano dell'uomo umile.
Ma noi rimpiangemmo le vecchie catene
come il popolo ambiva nel deserto
l'ossequio al re per le sicure ghiande:
non vogliamo il rischio di essere liberi,
il peso di dover decidere da noi
e l'amore di farci poveri.
Da sotterra urlano i morti
e per le strade vanno
come nell'ora dell'agonia di Cristo.
Per le strade vagano i fratelli
senza casa, liberi
d'ogni ragione d'essere morti.
La notte � simile al giorno
Il bene al male s'eguaglia,
spoglio quale una pianura d'inverno.
David Maria Turoldo
E i torturati
in grumi neri
inutilmente
urlano.
Morte necessaria come la vita,
morte come interstizio
tra le vocali e le consonanti del Verbo,
morte, impulso a sempre nuove forme.
Ma ora a noi avanzano
Solo l'inverno e la notte
E senza scampo sono le nostre vite
In queste citt� maledette.
La morte siede sugli usci delle case
o con gli zoccoli di cavallo va per le strade
in stri...