Sono apparsi tutti
i personaggi
del mio povero proscenio
con superbia tracciano l'ultimo scorcio di via
custodi del provino
di chiss� quali comparse
o supponenti primiattori.
Io sono l'edificio
cementato dalla loro presenza
quasi come forme sull'orlo del tempo
madri presenti.
Li sento nella circolazione sanguigna
dei muscoli
col tonante fragore dell'assoluto.
Operai instancabili
dei pensieri fragili
medici della filosofia quotidiana.
Mattatori che si alzano
dall'obitorio della notte
raccontano vecchie storie
sempre le stesse
con lo stesso viso di allora
e lo stesso suono della laringe
il monologo della vita.
Ivano Malcotti
Lettera da te Sono stanco
mi scrivi
sono stanco
della notte delle streghe
dello sguardo sempre uguale
sul mio culo da lebbroso
mi scrivi
� difficile sai
terribilmente difficile
prendere la responsabil...
L'orizzonte tra le fusa
di un aquilone
che si sposta nelle onde del vento
sul ciglio di un mondo deserto
gli occhi fissi al barlume di un cielo muto
senza risposte: ad ogni pensiero
ceruleo o nelle li...
10 anni
gli occhi venduti
tra lo squittire della cambusa
e come mozzo il tuo aguzzino
e come mozzo il nostro silenzio "capitale"
Etireno
vapore di (dis)umana vergogna
per i tuoi pirati merca...