Ho sessanta secondi scarsi. Il tempo che scorre nel mio binocolo privato, nell'angolo che si fotografa dalla mia finestra, l'arco visuale che lei sta percorrendo. Oltre il quale non esister� pi�. Candida, vestita di bianco pulito come soltanto il lino d'estate sa esserlo. Capelli biondo cenere, non naturali, portamento eretto ma non compiaciuto, di chi sa di poter piacere alla maggioranza di quelli che incontrer� lungo il tragitto, su qualunque tragitto probabilmente. Dal portone al semaforo, il percorso che conduce alla metro non pi� di duecento metri, dilatati un attimo nella lunghezza dal semaforo rosso. Mentre � ferma, l'asfalto sottolinea le scarpe con zeppa tacco e cinturino alla caviglia adatti a pantalone o gonne. Oggi pantalone. Con quelle stesse scarpe ha appena sceso le scale del mio palazzo, uscendo dal mio appartamento in cui mi sento ora inadeguato. Ecco qual � l'unica e ultima cosa che riesco a fare: incollarmi con gli occhi al suo ultimo f ra m e di movimento, un tintinnio di orecchini e strass che mi appare superlativo, ora pi� che mai. Le zebre che attraversa si ammantano di croisette, di passerella, di fotografi impazziti ai lati. Salom� e Cleopatra, Allasio e Lollobrigida affiancate in un ...[segue »]
Emanuele Finardi