Ira.
Canta, o Musa, l'ira di Achille, figlio di Peleo, micidiale, omicida, destinato a morire; canta l'ira perch� cost� agli achei tanti bravi uomini e che tante anime vitali e vigorose mand� alla tetra dimora della Morte. E gi� che ci sei, o Musa, canta l'ira degli dei stessi, cos� potenti e petulanti, qui, nel loro nuovo Olimpo; e l'ira dei pochi umani veri rimasti, seppur egocentrici e inutili. Mentre canti, o Musa, canta anche l'ira di quelle creature riflessive, senzienti, serie, ma non del tutto umane, che sognano sotto i ghiacci di Europa, che muoiono nella cenere sulfurea di Io e che sono nate nei gelidi crepacci di Ganimede.
Oh, e canta anche me, o Musa, canta il povero Hockenberry rinato senza volerlo, il povero defunto professor Hockenberry, Hockenbush pe gli amici, amici da molto tempo tornati polvere in un mondo da molto tempo abbandonata. Canta la mia ira, s�, la mia ira, o Musa, per quanto piccola e insignificante a confronto della collera degli dei immortali o della furia del deicida, Achille.
Dan Simmons
Tanto detesto la morte, le buie porte dell'Ade, quanto detesto un uomo che con le labbra dice una cosa e nel cuore ne cela un'altra.