Non chiamarmi, non dirmi nulla
Non tentare di farmi sorridere.
Oggi io sono come la belva
che si rintana per morire.
Abbassa la lampada, copri il fuoco,
che la stanza sia come una tomba.
Lascia ch'io mi rannicchi nell'angolo
con la testa sulle ginocchia.
L'ore si spengano nel silenzio.
Salga in torbide onde l'angoscia
e m'affoghi: altro non chiedo
che di perdere la conoscenza.
Ma non � dato. Quel volto,
quel riso l'ho sempre davanti.
Giorno e notte il ricordo m'� uncino
confitto nella carne viva.
Forse morire io non potr�
mai: condannata in eterno
a vegliare il mio strazio in me,
piangendo con occhi senza palpebre.
Ada Negri
Nel marzo ebro di sole il grande arbusto
in mezzo al prato si copr� di gialli
fioretti: le novelle accese rame
salenti e ricadenti con superba
veemenza di getto d�nno raggi
e barbagli a mirarle; e tu ...
Venne in cerca di te
nella calda notte, lungo le strade dai fanali azzurri.
Tutte le strade, allora, la notte erano azzurre
come le vie dei cieli,
e il volto amato
non si vedeva: si sentiva in cuore
E...
Amo la libert� d� tuoi romiti
vicoli e delle tue piazze deserte,
rossa Pavia, citt� della mia pace.
Le fontanelle cantano ai crocicchi
con chioccol�o sommesso: alte le torri
sbarran gli sfondi, e, se ...