M'accoglie la tua vecchia, grigia casa
steso supino sopra un letto angusto,
forse il tuo letto per tanti anni. Ascolto,
conto le ore lentissime a passare,
pi� lente per le nuvole che solcano
queste notti d'agosto in terre avare.
Uno che torna a notte alta dai campi
scambia un cenno a fatica con i simili,
infila l'erta, il vicolo, scompare
dietro la porta del tugurio. L'afa
dello scirocco agita i riposi,
fa smaniare gli infermi ed i reclusi.
Non dormo, seguo il passo del nottambulo
sia demente sia giovane tarato
mentre risuona sopra pietre e ciottoli;
lascio e prendo il mio carico servile
e scendo, scendo pi� che gi� non sia
profondo in questo tempo, in questo popolo.
Mario Luzi
Nulla di ci� che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
percettibile solo alla piet�
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri, finge esta...
Nel pi� alto punto
dove scienza � obl�o d'ogni sapere
e certezza, mi dicono,
certezza irrefutabile venuta incontro
o nel tempo appeso a un filo
d'un riacquisto d'infanzia,
tra sonno e veglia, tra in...
"Credi che il tuo sia vero amore? Esamina
a fondo il tuo passato" insiste lui
saettando ben addentro
la sua occhiata di presbite tra beffarda e strana.
E aspetta. Mentre io guardo lontano
ed...