O soave che balsamo soffondi
alla quieta mezzanotte, e serri
con attente e benevole le dita
gli occhi nostri del buio compiaciuti,
protetti dalla luce, avvolti d'ombra
nel ricovero di un divino oblio.
O dolcissimo sonno! Se ti piace
chiudi a met� di questo, che � tuo, inno
i miei occhi in vedetta, o attendi l'Amen
prima che il tuo papavero al mio letto
largisca in carit� il suo dondolio.
Poi salvami, altrimenti il giorno andato
lucido apparir� sul mio guanciale
di nuovo, producendo molte pene,
salvami dall'alerte coscienza
che viepi� insignorisce il suo vigore
causa l'oscurit�, scavando come
una talpa. Volgi abile la chiave
nella toppa oliata e d� il sigillo
allo scrigno, che tace, del mio cuore.
John Keats
Quale febbre ha mai l'uomo! Che guardare
ai suoi giorni mortali con il sangue
temperato non sa, che tutto sciupa
le pagine del libro della vita
e deruba virt� al suo buon nome.
� come se la rosa si co...
When old age shall this generation waste, thou shalt remain, in midst of other woe than ours, a friend to man, to whom thou say'st, "Beauty is truth, truth is beauty", that is all ye know on...
Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, � meglio che non venga per niente.