Distinguo il corpo ignudo, carponi
su un'asparagiaia, venirmi incontro
a celare il viso gli scandalizzati capelli
che nulla possono quando la lingua
si erge come un aspide a lambire
velenosa la punta del naso.
La bocca, ghiacciaio in fiamme
non trattiene lo sciogliersi profumato
sull'esile mento; ormai gonfio
come un lombrico indietreggio
a sostenermi un pioppo, socchiudo
gli occhi un istante, respiro profondo
dissolta � l'asparagiaia.
Smarrito e affranto mi muovo
tastoni verso l'epicentro del desiderio
e unica sottile vestigia:
uno scuro ondulato capello.
Antonio Colaianni
Cosa sono se non il testimone di una
inane abulia che riduce, assecondata,
le forze, alitando sui tizzoni che nel
braciere cullano il dono fumante del
calore che annebbia il ricordo di te
restituendo ...
Seduto sul greto di questo fiume torto
che scorre anonimo e perso, sono solo,
senza i miei amati denti da latte attorno,
unico senso, ingombrante aspettativa;
e l'eco non giunge di temerarie madri,
n�...
A non fidarti della
rondine fai bene
se prima del tempo
le sue ali schiude
e se del sole non ti
illudi da trascurare
il vento con le sue
nuvole le sue tempeste.
Ma non della rondine
n� del vento il t...