Giace il cavallo al suo signore appresso,
giace il compagno appo il compagno estinto,
giace il nemico appo il nemico, e spesso
su'l morto il vivo, il vincitor sul vinto.
Non v'� silenzio e non v'� grido espresso,
ma odi un so che roco e indistinto:
fremiti di furor, mormori d'ira,
gemiti di chi langue e di chi spira.
Torquato Tasso
Ma ecco omai l'ora fatale � giunta
che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s'immerge e 'l sangue avido beve;
e la veste, che d'or vago trapunta
le ma...
N� per� cessa Amor con varie forme, la sua pace turbar mentr'ella dorme.
Ma nulla fa chi troppe cose pensa.