Dall'immagine tesa
vigilo l'istante
con imminenza di attesa -
e non aspetto nessuno:
nell'ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono -
e non aspetto nessuno:
fra quattro mura
stupefatte di spazio
pi� che un deserto
non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verr�, se resisto
a sbocciare non visto,
verr� d'improvviso,
quando meno l'avverto:
verr� quasi perdono
di quanto fa morire,
verr� a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verr� come ristoro
delle mie e sue pene,
verr�, forse gi� viene
il suo bisbiglio.
Clemente Rebora
Il sangue ferve per Ges� che affuoca.
Bruciamo! Dico: e la parola � vuota.
Salvami tutto crocifisso (grido)
insanguinato di Te! Ma chiodo al muro,
in f�siche miserie io son confitto.
La grazia di pati...