Il carnevale di periferia dissonava con gli altri, non vedevi pennacchi di indiani, vestiti di cowboy, pistole e frecce, damigelle e fatine, a limite potevi fermarti a guardare alcune stelle filanti passate per caso. Però, non mancavano mai i coriandoli, passavamo giornate a lavoro per ricavarli dal taglia carta gigante del padre di Roberto. Ogni carnevale, alle tre di pomeriggio, aprivamo il garage al pubblico e distribuivamo buste di coriandoli ai conoscenti, ai compagni di scuola e ai nemici. Non ho mai amato il carnevale, ma quei pomeriggi sono rimasti impigliati nella gola.
Antonio Recanatini
Dovremmo inventarci un altro Dio per la povertà e la miseria, non per far torto alle divinità esistenti, solo perché esse sono tutte impegnate a favorire unicamente i ricchi.
Personalmente non ho paura dell'ingratitudine umana, temo più la rivalsa degli ingrati, perché, spesso, appena liberati dal malessere, guardano il riconoscimento come debito e chi ha pat...
La rivoluzione è un battito estremo che parte dall'interno, un'esasperazione che ti mantiene sveglio nelle notti stellate, rimbomba nelle vene anche quando piove, ti arde sulla pelle, non lasci...