Tristezza,

Mi dicono che per stare bene devo tirare fuori tutto quello che ho dentro, ma se si è educati sin da piccoli a non fare trasparire mai nulla è difficile, quasi impossibile, persino le lacrime si nascondono per non farsi notare e tutto resta li sospeso nel limbo di me stessa.

Mi dispiace, ma proprio non ce la faccio ad essere felice. Posso essere distratto, intrattenuto, persino divertito. Ma felice mai.

Mi disse "fidati". Fu l'errore più grande. Mi frantumò il cuore.

Mi era rimasta addosso una strana malinconia. Mi sono stretta al mio corpo solitario e, passo dopo passo, diventavo sempre più triste. Sapevo il motivo, il motivo di quella tristezza. Avevo voglia d'amore anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio.

Mi farei silenzio per ascoltare la tua voce, ancora. Raccoglierei le tue parole, sillabe d'ombra, sussurri afoni nella sera che viene.

Mi guardo allo specchio e parlo con i miei occhi, che si riempiono di lacrime quando il tuo ricordo si fa sentire.

Mi guardo allo specchio, e non riesco a riconoscere più chi vedo.

Mi hai dato la vita, ti sei presa cura di me, rimboccato le coperte, asciugato le lacrime, condiviso le mie paure e le mie gioie, insegnato ad essere sincero, onesto a non odiare niente e nessuno. Poi... quando sarebbe toccato a me regalarti felicità, renderti fiera di come mi avevi cresciuto e prendermi cura di te, ci ha pensato il destino a sconvolgere tutto, lasciando un vuoto incolmabile e così nel prosieguo della mia vita nulla è stato più come avrebbe potuto essere con te al mio fianco.

Mi hanno dato gli occhi e mi hanno detto guarda, mi hanno dato il cuore e mi hanno detto ama, ma non mi hanno detto che con gli occhi piangevo e con il cuore soffrivo.

Mi lascio sempre trasportare dalle emozioni, credo sempre che negli altri ci sia del "buono", cerco di comprendere anche l'assurdo e poi, beh, la prima a prendere una bella delusione!

Mi lecco le ferite che contano, le curo e successivamente ammiro le cicatrici che restano. Esse sono una medaglia in più al mio valore. Le cicatrici che "pensano" di infliggermi coloro che non contano, le lascio decadere e aspetto che siano loro a doversi leccare le ferite per i loro fallimenti.

Mi manchi perchè ti voglio? O ti voglio perchè mi manchi?

Mi perdo nel silenzio della tua voce.

Mi puoi deludere una volta, una seconda, e forse anche una terza, perché io sono così, l'ingenuo che crede e continua a credere nelle persone.

Mi rendo conto che non posso continuare ad amare qualcuno che sta solo nella mia testa e non nella mia vita.

Mi ritrovo qui, sguardo fisso all'orizzonte, immobile, perso nella vana illusione.

Mi sembra che tutti noi guardiamo troppo alla Natura e viviamo troppo poco con essa.

Mi sento triste perché non vengo capita, ho bisogno di persone accanto a me che riescano a capirmi in profondità.

Mi tranquillizza sapere che esisti nella mia vita, e che presto ci incontreremo, ma sono disperata per questo stupido cuore che non comprende ragioni, di tempi, né di distanze. Ed è per questo che ora più che mai il mio cuore ha bisogno di te qui.

Mia cara città, così incentrata su te stessa, in preda ad una corsa circolare senza fine, alza gli occhi verso l'alto e guarda, lassù: il tuo cielo ha perduto le stelle.

Mille volte mi dicesti di lasciarti andare. Mille volte t'implorai di riprovare. Il muro che copriva il tuo cuore rasi al suolo, ne costruì con le mie mani uno ancora più alto. Mille volte, mille volte. È di te ora ho silenzi e vuoti.

Molte cose mi feriscono, ma ciò che non sopporto più di tutti è il "silenzio". Un silenzio non giustificato, non chiarito. Un silenzio spezzato solamente dalle lacrime del cuore.

Molte persone non sono felici perché impongono condizioni alla propria felicità.

Molte persone predicano salute, mentre loro stesse stanno scavando verso la morte.

Molte persone ti feriscono, e ti deludono sempre, quando continuamente ti ricordano un tuo sogno nel cassetto che è irrealizzabile... che tristezza!