Collezione personale di jpierre
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Riconosci nell'animale un soggetto, non un oggetto?
Allora sii coerente, non domandare "che cosa" mangiamo oggi, ma "chi" mangiamo oggi.
Charlotte Probst
A science - so the Savants say,
"Comparative Anatomy" -
By which a single bone -
Is made a secret to unfold
Of some rare tenant of the mold -
Else perished in the stone -
So to the eye prospective led,
This meekest flower of the mead
Upon a winter's day,
Stands representative in gold
Of Rose and Lily, manifold,
And countless Butterfly!
Emily Dickinson
Par le bestiole bone, con giustissia,
el Creator ga fà to on Paradiso,
pien de muci de sorgo, biava e riso
e n?aria sempre fresca, na delissia.
L?acqua xé sempre pura, de sorgente,
tanti boschéti e prà sensa confini;
gnente sòghe, cortèi, s-ciòpe e rampini,
e no se vede in giro bruta gente.
San Belin, che tien d?ocio da l?altare
co?l so cagneto furbo el panorama,
se?l sente na bestiòla che me ciama
verze la porta, e po? ?l me fa passare.
Mi, co gò ?na paturnia pa?l sarvèlo
còro su, al ?Monte?, a vèrzere el portèlo,
dove trovo tre bestie che me speta.
La xé la cavalina de Firmino
co la cavréta bianca de Caposso
e, col so portamento da regina,
che bela la to gata, Marcelina!
Flavio Pizzato
Si torres su calche a s'ainu, dolet plus a tie.
Se rendi il calcio all'asino, duole più a te.
Anonimo
A little East of Jordan,
Evangelists record,
A Gymnast and an Angel
Did wrestle long and hard -
Till morning touching mountain -
And Jacob, waxing strong,
The Angel begged permission
To Breakfast - to return -
Not so, said cunning Jacob!
"I will not let thee go
Except thou bless me" - Stranger!
The which acceded to -
Light swung the silver fleeces
"Peniel" Hills beyond,
And the bewildered Gymnast
Found he had worsted God!
Emily Dickinson
Perdonare è da uomini, scordarsene è da bestie.
Anonimo
Chuck Norris mangia solo uova di gallo.
Anonimo
Ti reco questo figlio d'una notte idumea!
Nera, spiumata, pallido sangue all'ala febea,
Pel vetro che d'aromi fiammeggianti si dora,
Per le finestre, ahimé ghiacciate e fosche ancora,
L'aurora si gettò sulla lampada angelica.
Palme! E quando mostrò essa quella reliquia
Al padre che nemico un sorriso tentò,
L'azzurra solitudine inutile tremò.
O tu che culli, con la bimba e l'innocenza
Dei vostri piedi freddi, accogli quest'orrenda
Nascita: ed evocando clavicembalo e viola,
Premerai tu col vizzo dito il seno che cola
La donna in sibillina bianchezza per la bocca
Dall'azzurro affamata, dall'alta aria non tocca?
Stéphane Mallarmé
Ho un fisico normale. Per questo cerco dei vestiti che mettano in risalto la mia personalità più che il mio sedere.
Ornella Muti
Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nel proprio ardore.
Io sono il mare di notte in tempesta
il mare urlante che accumula nuovi
peccati e agli antichi rende mercede.
Sono dal vostro mondo
esiliato di superbia educato, dalla superbia frodato,
io sono il re senza corona.
Son la passione senza parole
senza pietre del focolare, senz'arma nella guerra,
è la mia stessa forza che mi ammala.
Hermann Hesse
Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica.
Milan Kundera
Una luce che si accende nel buio
un raggio di sole in mezzo a una tempesta,
un sorriso in mezzo a un mare di lacrime,
un bambino che nasce in mezzo a una guerra,
un pezzo di pane in mezzo alla miseria,
una faccia amica in mezzo a tanti nemici,
un coperta calda in una notte gelida,
un bicchiere d'acqua in mezzo al deserto,
il sorgere del sole dopo ogni tramonto,
la certezza che ci sarà un altro giorno per qualcuno.
Tutto questo si chiama speranza.
Silvana Stremiz
I nostri occhi vedono fin dove arriva la luce del nostro cuore.
Enrico Avveduto
Segnalo che gli alunni, con la complicità del Prof. Antonio De C., hanno organizzato un festino a base di vino rosso e salame.
Anonimo
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? Dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno cò suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? Che vuol dir questa
Solitudine immensa? Ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu sè queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.
Giacomo Leopardi
Solo coloro che rischiano di spingersi troppo lontano possono al limite scoprire quanto lontano si possa andare.
Anonimo
Voglio la parità , ma non desidero vestire
abiti che non mi appartengono.
Voglio la parità di diritti e di opportunità .
Ma voglio anche ruoli diversi,
come diverso è l'uomo rispetto alla donna.
Che la parità , tra uomo e donna,
possa portare ad un completamento reciproco,
piuttosto che ad una prova di forza: questo mi auguro.
Barbara Brussa
Della vita credo di aver amato tutto anche il dolore, perché ha significato essere viva, ma sinceramente non la rivivrei una seconda volta.
Silvana Stremiz
Campane a ore, qualchedùn che more.
Quando le campane suonano come l'orologio della chiesa suona le ore, qualcuno muore.
Anonimo
A volte un amico è meglio di un parente.
Anonimo